Paletti di legno, ragazze in fiore, un tocco
di romanticismo…ma, no, non fatevi ingannare,
questa volta i vampiri non centrano.
La scena è tutt’altro che torbida e sanguinolenta, piuttosto, inaspettatamente bucolica e rilassata
dato il contesto in cui si palesa.
L’ occasione è offerta dal fuorisalone che nello spazio di una
settimana ha coinvolto gli addetti ai
lavori, ma soprattutto i “non” in un
vagabondaggio nei giardini e nei cortili di una città che per natura e vocazione,
solitamente corre veloce e sfuggente.
Quest’anno la manifestazione si è
caratterizzata per uno spirito inclusivo che ha fatto del metisssaggio e
dell’incontro, la condizione perfetta per sinegie inaspettate: creatività e
ricerca, artigianale e industriale, verità e finzione, ispirazioni e
aspirazioni.
Ed è
in uno di questi cortili, in un pomeriggio sospeso nell’attesa di una primavera
che sembra latitare, che entrano in scena i suddetti protagonisti: i paletti
sono quelli di pic nic disegnati da ildoppiosegno per Lineoarredo, tavolini
concepiti reinterpretando in chiave contemporanea il tradizionale concetto di
colazione al sacco, le fanciulle sono le interpreti delle creazioni sartoriali
dell’atelier di Nicoletta Marnati, uniti in una sorta di citazione/evocazione a
metà tra pic nic ad hanging rock e Dejuner sur l’herbe.
Una reinterpretazione di un rito solo
apparentemente anacronistico, ma capace di regalare un piacere autentico,
universale, trasversale.
Basta un prato, un giardino al limite un vaso
sul terrazzo per avere il proprio posto al sole.
E’ primavera, assecondiamola.
M.Murelli
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